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15ª edizione - 1990
ACCADDE NELL'ESTREMO PONENTE LIGURE

ALLO SCADERE DEL XV SECOLO

La situazione politica italiana del secondo Quattrocento era stabilita in un complesso di alleanza che non mancavano di far leva su congiure ed interessi di carattere particolare.

Il persistente espansionismo veneziano, lo spregiudicato nepotismo dei papi, l'incertezza del potere a Milano, le lotte interne di Firenze, dopo la morte del Magnifico, ago della bilancia fra i Principi italiani; avevano sconvolto la penisola.

La popolazione era molto aumentata e di conseguenza anche il consumo dei prodotti alimentari. La produzione locale non era più sufficiente, occorreva quindi trasportare, su lunghe distanze, prodotti di valore relativamente basso, ma molto pesanti: grano, sale e vino soprattutto.

Il rafforzarsi dei Turchi in Asia Minore ed in Mesopotamia ed in rinnovarsi di una potenza mussulmana in Egitto prima indebolì, ed infine ostacolò definitivamente il favorevole flusso dei traffici, verso l'India e l'Estremo Oriente, degli imperi coloniali genovesi e veneziani.

Questi avevano le loro teste di ponte sul Mar Nero e nel Vicino Oriente, favoriti fino ad allora dai Mongoli, che imposta la pax tartarica nel cuore dell'Asia, permettevano di aggirare gli ostacoli dell'intermediazione islamica nei confronti dell'Oriente.

L'interesse per l'Oceano Atlantico e per l'aggiramento dell'Asia nacque soprattutto da parte genovese a cavallo tra il XIV e XV secolo. La contemporanea solidità che avevano acquisito i regni iberici di Spagna e Portogallo, al termine della loro completa riconquista dai Saraceni, li avevano resi disponibili a questo disegno.

Un nuovo tipo di imbarcazione si sviluppò nel corso del XV secolo, a Venezia e soprattutto a Genova, la "nave", di dimensioni colossali, molto larga e molto alta sull'acqua, con due o tre ponti, dei castelli di poppa e di prua per proteggerla, tre alberi ed un gran numero di vele, molto complicate.

La nave poteva navigare con tutti i tempi, era ben difesa dai nemici, poteva trasportare fino a mille tonnellate di merce, con un equipaggio di soli cento uomini, contribuendo così a far diminuire i prezzi dei trasporti ed i rischi.

Queste imbarcazioni raggiunsero, in quel periodo, i mercati della Fiandra, dell'Inghilterra e di tutto il mare del Nord, mentre capitani e marinai spagnoli, portoghesi ma soprattutto italiani, su navi maneggevoli, tipo caravella scoprivano le isole dell' Atlantico e la costa occidentale dell' Africa.

Nel 1470 venne raggiunta la Costa d'Avorio, mentre dieci anni più tardi veniva doppiato il Capo di Buona Speranza ed attraverso l'Oceano Indiano veniva aperta direttamente la strada delle spezie, con l'India.

In quello stesso momento la scoperta colombiana del Nuovo Mondo metteva le premesse per uno spostamento del centro economico dal Mediterraneo all'Oceano, compromettendo ulteriormente l'economica italiana, in generale e creando situazioni di fluidità negativa nei paesi a ridosso dell'arco alpino.

Le popolazioni abitanti nella zona attorno alle Alpi Marittime avevano beneficiato marginalmente della produzione cantieristica genovese, che già fin dal XII secolo non mancava di approvvigionarsi del legname pregiato delle foreste ponentine, disboscando intensamente ma fornendo lavoro ed un seppur ridotto benessere, continuativamente.

Volendo analizzare quella situazione su questo territorio il Corteo dell' Agosto Medievale 1990 si presenta in sei quadri: