18ª edizione - 1993

RENATA LASCARIS, MARCHESA D’URFE’

OVVERO PESTE ED ERESIA NEL XVI Secolo

Essendosi  creata un 'atmosfera di pace in tutta Europa in conseguenza del trattato di

Cateau Gambresis (1559), la Repubblica Genovese, che nei giorni di maggior pericolo aveva fiduciosamente lasciato in consegna al Banco di S. Giorgio le sue città e terre, tra cui Ventimiglia, decise di revocarne a sé il dominio e nel mese di agosto 1562 inviò a Ventimiglia il Commissario speciale Battista IMPERIALE. "Le lettere credenziali vennero presentate al Luogotenente Capitano Andrea BONVINO, Fu radunato il Parlamento ed il 23 agosto fu letto il decreto che ordinava alla città l'atto di sottomissione.

Nello stesso periodo Emanuele FILIBERTO, Duca di Savoia, grazie al medesimo trattato, riotteneva la piena sovranità sullo Stato Sabaudo e sulla città di Nizza, non nascondendo certo il desiderio di impossessarsi di Ventimiglia. L'opportunità gli venne data quando, morto Onorato II LASCARIS (1572) senza prole, la sorella Renata. Marchesa d'Urfè, e lo zio Onorato di Villars, ammiraglio ,di Francia, avanzarono pretese sulla Contea di Tenda. Dopo alterne vicende e scontri tra fazioni, si giunse alla cessione, da parte della Marchesa d'Urfè, dei diritti dei feudi in possesso in favore di Emanuele FILIBERTO (1575). Nel 1579 anche Onorato di Villars cedette i propri diritti al Duca Sabaudo. Fedele amico e compagno d'armi di Emanuele FILIBERTO era Stefano DORIA, già nominato ne 1551 Governatore di Nizza dal Duca Carlo III.

Una chiara prova della stima che il Duca aveva per il Doria fu quella di affidargli l'incarico di trattare per lui l'acquisto delle terre di Oneglia. Nel 1565 Stefano DORIA  consolidò ulteriormente la Signoria dei Doria a Dolceacqua, dopo che questa era stata in possesso dei  GRIMALDI di Monaco ed oggetto delle mire del subdolo Vescovo Agostino GRIMALDI.

Con la vicina Ventimiglia il DORIA viveva in ottimi rapporti e con lo scoppio della peste 1579, che colpì Particolarmente la zona di Genova, egli si adoperò per preservare  le sue terre da contagio. Erano  quelli gli anni in  cui un morbo altrettanto virulento agitava gli animi e creava tensioni: il compito della riforma cattolica, patrocinala dal Concilio di Trento ed inculcata dal Cardinale Borromeo, nella diocesi ventimigliese fu affidato al vescovo Francesco GALBIATI  di Pontremoli, nominato nel 1573 Tenda, già dilaniata dall'aspra lotta fra URFELLINI ed i VILLARINI, era radicata l’eresia.

Restano nelle cronache episodi e fatti di questo periodo agitato.