23ª edizione - 1999

CARLO LOMELLINO, SIGNORE DI VENTIMIGLIA

(1427 -1435)

Nel 1427, Filippo Visconti, duca di Milano. non essendo in grado di restituire al nobile cavaliere genovese. Carlo Lomellino, la somma di  tremila  ducati d'oro, da lui avuti in prestito alcuni anni prima, gli concede in cambio, per un decennio, la Signoria di Ventimiglia. Inizia così. per  la nostra città, un breve periodo di pace c serenità. Al Lomellino. Infatti, sta soprattutto a cuore “di vedere rinascere nella popolazione a lui affidata la confidenza e la tranquillità". Nomina suo luogotenente e podestà, Bartolomeo Moro, uno dei più ricchi cittadini ventimigliesi, il quale attenderà con vivo impegno ad ordinare l'amministrazione del Comune. Però: "il titolo che il Lomellino acquista alla gratitudine dei suoi amministrati si fu quello d'aver con ogni più sollecita cura. atteso a ricomporre in buon armonia i Ventimigliesi colle popolazioni dei comuni confinanti". Avendo i Doria di Dolceacqua definito abusivo un pascolo, del quale erano proprietari, ma era tenuto dai ventimigliesi, presso Perinaldo. ne fa le spese un certo Pietro Conte, a cui vengono sequestrati gli armenti, mentre viene condotto in prigione. A loro volta, i Ventimigliesi si vendicano, proibendo il transito per la loro città, fino all'imbarcadero, di tutto il vino proveniente dalle terre dei sudditi dei Doria, mentre a nulla valgono le rimostranze dei signore di dolce acqua. Solo grazie all'intervento del Lomellino, il 29 maggio 1431, si giunge ad un compromesso, onorevole per tutti, giacché "mantenendo illesi i diritti del pascolo di Ventimigliesi nel territorio di Gionco,  conservava ai distrettuali del signore di Dolceacqua la facoltà di recare liberamente al mare centro meretre di vino da asportare altrove, mediante il pagamento di un soldo di Genova, per ogni meretra, al Comune dì Ventimiglia". Il 10 luglio 1427, il Lomellino riesce inoltre a far stringere speciali convenzioni tra il Comune ventimigliese e quello di Sospello, rappresentando Ventimiglia i sindaci Bartolomeo Moro e Pietro Gardone e la vicaria di Sospello il giureconsulto Lodisio Olivari. L'anno dopo, altri consimili atti vengono sottoscritti tra i sindacì di Ventimiglia e le città di Sanremo e Briga. Infatti, il 6 ottobre 1428, in Camporosso, anche Giovanni Grimaldi, suo fratello Ambrogio ed il nipote Antonio, firmano una convenzione per Mentone e Roccabruna, promettendo al Visconti la vendita di Monaco, Il Lomellino, venendo purtroppo a mancare  nel 1435, non vedrà il termine della signoria decennale a lui concessa.